Biografia

Raffaele De Rosa è nato nel 1940 a Podenzana (MS) in Lunigiana, dove ha trascorso i primi sei anni della sua vita nei villaggi di Pomarino e Pallerone. Questo periodo ha lasciato un segno indelebile nella sua pittura adulta. All'età di 16 anni, arrivò a Livorno dove frequentò la Scuola Trossi senza però identificarsi con il linguaggio neorealista perseguito lì.

Nel 1971, l'artista iniziò a sviluppare lo stile più congeniale per lui: la pittura fantasy. Riferimenti figurativi e letterari possono essere rintracciati nell’immaginario di De Rosa - dalle rappresentazioni surreali del mondo eroico di Paolo Uccello alle incisioni di Piranesi con la loro architettura impressionante, la fantastica leggerezza di Ariosto e l'atmosfera utopica della trilogia araldica di Italo Calvino.

Questi riferimenti sono nati e proliferati nella sua memoria delle leggende popolari della sua infanzia trascorsa in Lunigiana.
Sin dagli anni ’70 De Rosa espone i suoi lavori in mostre personali e collettive in tutta Europa, dal 2002 le sue opere sono inoltri in mostra permanente negli Stati Uniti.

 

 

 

Arte

Raffaele De Rosa è un pittore colto, lontano dalla ricerca gratuita dell’effetto.
I sogni dell’artista straripano dal quadro in maniera ovattata o in modo prepotente, ingannano il tempo confondendo il passato con il futuro.

Le città dipinte potrebbero essere gli antichi borghi lunigiani, però le architetture non sempre sembrano rispettare la geometria euclidea; nei suoi paesaggi si muovono figure fantastiche, personaggi definiti o sfumati, animali alieni. Ci possiamo riferire tanto a miti remoti quanto a realtà future.

Come scrive Pietro Clemente “La pittura di De Rosa non è tuttavia racconto, è piuttosto illustrazione, e come tale più ambigua e più aperta. L’illustrazione infatti è evocazione ed ambientazione, creazione di scenari in cui guidare l’immaginario narrativo. È punto di connessione, senza dovere di continuità sequenziali, tra l’immaginario non-iconico dei racconti interiorizzati e il mondo della visione in cui possono essere tradotti”.

Raffaele De Rosa evade la realtà e ne inventa un’altra sostituendo il quotidiano oggettivo con una sua creazione teatrale. Insegue il filo della memoria, delle letture, delle leggende, del mito, della storia; crea così un mondo alternativo scevro dalle perversioni del reale, dove tutto, anche il fantastico, si carica di senso e significato nella prospettiva di una geometria parallela eppur sensata.

Nei suoi quadri convivono l’Oriente e l’Occidente con il gusto della sintesi, tutto moderno ed europeo, e l’attrazione per l’arabesco e la decorazione. Architetture gotiche sposano luci di derivazione anti-naturalistica, i drammi e le gioie del pensiero trovano tutte spazio tra quei pinnacoli e quelle altezze irraggiungibili ed insondabili.

Quella di De Rosa è dunque una “cartografia” fantastica, dove la realtà spunta in modo indistinguibile da ciò che è impossibile, dove ciò che noi consideriamo immaginario può invece appartenere al mondo reale. I suoi quadri sono fotogrammi di un unico racconto, dove spesso l’iconografia è un pretesto perché la storia divenga leggenda.

 

 

 

 

Raffaele De Rosa
La battaglia di Anghiari
100 x 150 cm
Olio su tela

 

 

 

Raffaele De Rosa
Calvino Le città Invisibili
80 x 100 cm
Olio su tela

 

 

 

 

 

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